giovedì 28 maggio 2020

STEP #20

Materiale per gestire

Negli anni abbiamo imparato a gestire quasi tutto quello che avevamo di fronte e persino quasi tutte le calamità naturali. Una cosa che però ci fa ancora paura sono i terremoti, in Italia sono rari, ma quando accadono lasciano il segno. Sono però estremamente più frequenti in Giappone, dove il rischio sismico è molto più alto di quello italiano.
Lungo la loro storia hanno dovuto imparare a gestire questa realtà e questo li ha portati a essere i numeri uno a livello mondiale nella costruzione di abitazioni antisismiche. Si tratta di abitazioni la cui struttura ha una certa flessibilità che permette alla casa di ammortizzare leggermente le scosse e di non spezzarsi immediatamente. Il merito è dell’utilizzo di una combinazione di cemento armato e tubi in acciaio per la costruzione dei pilastri portanti. Questi materiali garantiscono la flessibilità necessaria che non hanno mai garantito la pietra e i mattoni.



Riferimenti:

mercoledì 27 maggio 2020

STEP #19

Disciplina scientifica

La storia della psichiatria
Tutte le civiltà, fin da quelle più antiche, si sono trovate di fronte alla follia, un concetto non sempre chiaro, ma che colpiva alcune persone che non si comportavano più in modo normale e potevano diventare un danno o un peso per la società. I problemi mentali ci sono sempre stati e lo testimonia anche il fatto che li troviamo spesso in opere letterarie, la cui più significativa è l’Orlando Furioso di Ariosto o più antica l’Aiace di Sofocle.
Inizialmente creduta opera divina, la malattia mentale venne considerata per la prima volta solo la conseguenza di specifiche circostanze della vita umana da Ippocrate nel IV secolo a.C.. Nel periodo greco venne studiata l’isteria, ma senza grossi risultati, si credeva infatti che fosse una malattia del corpo, ma il cervello non era mai nominato.
Nel Medioevo i malati mentali erano associatati a gente posseduta dal diavolo, simili alle streghe, e di conseguenze si credeva che non dovessero essere curati da specialisti, ma affidati a sacerdoti e inquisitori.
Nei secoli successi il Medioevo si operarono molti studi, ma la vera svolta arrivò solo nel Novecento con le pubblicazioni di Joseph Breuer e Sigmund Freud. Si parlò con certezza di inconscio e per la prima volta di psicoanalisi, una branca totalmente dedicata alla comprensione e alla cura dell’isteria. Evolutasi poi nella psichiatria che conosciamo oggi, la psicoanalisi ha fatto numerosi passi avanti senza però mai giungere ad una soluzione definitiva, tant’è che per molti anni ancora sono rimasti aperti i manicomi, dove venivano rinchiuse le persone considerate matte e irrecuperabili. Un modo oggi considerato barbaro di gestire queste persone, ma in uso fino alla seconda metà del ‘900. In Italia i manicomi vennero chiusi ufficialmente solo nel 1978 con la promulgazione della Legge Basaglia.



Riferimenti:

martedì 26 maggio 2020

STEP #18

Fatto di Cronaca

Uno dei fatti di cronaca più significativi dell’ultimo secolo riguarda la crisi di Cuba dell’ottobre del 1962. Si trattava della situazione più critica venutasi a creare durante la guerra fredda fra Unione sovietica e Stati Uniti. La crisi fu tale che, riferendosi al 27 ottobre, giorno in cui raggiunse il suo picco, il ministro della difesa statunitense Robert Mc Namara commentò, “Credevo fosse l’ultimo sabato che avrei mai visto”.
Tutto iniziò quando l’URSS cominciò l’installazione di missili capaci di portare testate nucleari a Cuba e quando il 14 ottobre un aereo spia americano fotografò questi avvenimenti. Data la vicinanza di Cuba agli USA il rischio di un attacco nucleare era molto molto serio e la gestione della crisi da parte del presidente americano John F. Kennedy per nulla scontata. Per evitare che l’Unione sovietica, allora guidata da Nikita Kruscev, mandasse dei rifornimenti di armi a Cuba, invece di ordinare un’operazione militare diretta, Kennedy istituì lo storico ‘blocco’ per cui nessuna nave poteva attraccare a Cuba previa ispezione. Il mondo intero restò con il fiato sospeso per quasi quattordici giorni, ma la scelta di Kennedy risultò vincente e le navi russe, dopo essersi avvicinate pericolosamente al blocco, fecero dietrofront il 24 ottobre. La crisi risultò del tutto conclusa il 28 ottobre, dopo che anche le installazioni russe presenti sull’isola vennero del tutto smantellate.
Si trattò senza dubbio del momento più delicato e incerto della guerra fredda, ma fu anche la dimostrazione di un’eccellente capacità di gestire le crisi da parte del presidente Kennedy.



Riferimenti:

mercoledì 20 maggio 2020

STEP #17

ABC di 'gestire'

A  di  Agenda
B  di  Badge
C  di  Censimento
D  di  Dogana
E  di  Excel
F  di  Ferrovia
G  di  Gestire
H  di  Hotel
I  di  Interprete
J  di  Jet lag
K  di  Kindle
L  di  Leasing
M  di  Manager
N  di  Notifiche
O  di  Orologio
P  di  Password
Q  di  Qualità
R  di  Riciclare
S  di  Semaforo
T  di  Triage
U  di  Ufficio
V  di  Volume
W  di  Whatsapp
X  di  Xanax
Y  di  Yoga
Z  di  Ztl

venerdì 15 maggio 2020

STEP #16

Esponente del gestire

Quando si parla di gestione, le prime persone che vengono in mente sono i grandi manager, gli amministratori delegati delle maggiori aziende, coloro che hanno fatto del gestire il proprio pane quotidiano. In Italia più di tutti rappresenta questa categoria un uomo che è venuto a mancare meno di due anni fa, Sergio Marchionne.
Nato in Abruzzo nel 1952, si è poi trasferito in Canada dove ha conseguito una laurea in filosofia, una in giurisprudenza e un master in business administration. Durante la sua carriera è stato amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles N.V., FCA Italy e FCA US, di cui è stato anche presidente. È stato anche presidente di CNH Industrial N.V. e Ferrari N.V., oltre che presidente e amministratore delegato di Ferrari S.p.A.. È stato inoltre vicepresidente di Exor S.p.A. e membro permanente della Fondazione Giovanni Agnelli, presidente del CdA dell’ACEA (associazione costruttori) per l’anno 2012 e membro del CdA del Peterson Institute for International Economics, nonché co-presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti.
Il suo apporto è risultato fondamentale in tutti i suoi impieghi, ma la cosa per cui è più noto anche a livello internazionale è l’enorme rinnovamento che ha portato al gruppo FIAT. Nel 2011 è stato addirittura inserito dal periodico statunitense Time nell’annuale elenco delle 100 persone più influenti del mondo, classificandosi 51°. È morto la mattina del 25 luglio 2018, dopo esser stato in coma irreversibile quasi quattro giorni a causa di una grave malattia.



Riferimenti:

giovedì 14 maggio 2020

STEP #15

Gestire nel ‘900

Le convenzioni di Ginevra
L’invenzione delle armi è stata esponenziale, partendo dalle spade e dalle frecce, si è arrivati alle armi da fuoco e ai cannoni, ma mai come nel Novecento abbiamo assistito ad invenzioni così pericolose e così difficili da contrastare. Si è trattato di armi di distruzione di massa, di armi chimiche e armi del tutto non convenzionali. La produzione di armi è andata talmente avanti e le conseguenze sono state disastrose a tal punto, che per la prima volta nel 1864 nacque il primo trattato della Convenzione di Ginevra, sottoscritto da 12 paesi, riguardava le condizioni dei militari feriti in guerra. A questo trattato ne seguirono nel ‘900 cinque prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ma a seguito della sua conclusione i trattati si resero ancora più indispensabili e ne vennero stipulati altri. Quattro convenzioni vennero firmate nel 1949 da sessantuno stati per evitare che certi orrori della guerra venissero ripetuti e ulteriori protocolli vennero ratificati nel 1977 relativi alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali e non.
La crescente invenzione di armi ha portato alla quasi impossibilità di gestirle senza problemi e conseguenze impensabili e proprio per questa ragione, sono state firmate queste convenzioni. Sono poi state accompagnate anche dalla ‘Convenzione su certe armi convenzionali’ del 1980 e alla ‘Convenzione sulle armi chimiche’ del 1993, che impedivano del tutto l’utilizzo di alcune armi ritenute troppo nocive.



Riferimenti:

martedì 12 maggio 2020

STEP #14

Gestire nell’800

La produzione in serie e la catena di montaggio
A cavallo fra il Settecento e l’Ottocento abbiamo la prima grande rivoluzione industriale, che ha portato a grandissime scoperte e numerosi cambiamenti. Il cambiamento più grande tuttavia è arrivato quando è cominciata la produzione in serie, si trattava della produzione di molti oggetti tutti uguali che potessero essere acquistati a prezzo più basso che da un artigiano. Colui che è considerato il padre della produzione in serie è Henry Ford, colui che ha introdotto il concetto di catena di montaggio nelle sue aziende, per gestire al meglio la produzione. Ognuno dei i suoi operai doveva compiere solo piccoli lavori e sempre uguali e poi passare il prodotto al successivo che si sarebbe occupato di un altro piccolo pezzo, per giungere infine al prodotto completato. In questo modo erano sufficienti operai non specializzati e i tempi e i costi di produzione erano notevolmente abbassati.
La catena di montaggio divenne una procedura standard utilizzata in molte industrie manifatturiere intorno al Novecento, ma in realtà venne inventata per la prima volta nei primi anni dell’Ottocento dall’ingegnere francese Marc Isambard Brunel. Egli aveva lavorato in Francia e negli Stati Uniti, ma stabilitosi alla fine in Gran Bretagna, progettò per la Marina le macchine necessarie per la fabbricazione in serie dei bozzelli, macchine perlopiù per la lavorazione del legno. Il contributo fu tale che nel 1808, grazie all’utilizzo di 43 delle sue macchine, dieci operai non specializzati riuscivano a realizzare il lavoro che precedentemente facevano 110 operai specializzati. Inoltre le macchine che progettò e che furono costruite immediatamente da Henry Maudslay rimasero operative per ben 145 anni.



Riferimenti:
  • Ana Millán Gasca, "Fabbriche, sistemi, organizzazioni: Storia dell'ingegneria industriale"

sabato 9 maggio 2020

STEP #13

Gestire nel ‘700

La nascita del dispotismo illuminato
Fino alla fine del XVII secolo, assistiamo in Europa all’ascesa delle monarchie assolute, con l’esempio più lampante di quella francese che nel 1643 vede salire al trono all’età di appena cinque anni Luigi XIV, che sarebbe diventato il Re Sole.
Il Settecento però rappresenta il secolo della rivincita della ragione e della diffusione dell’Illuminismo, che sono andate inevitabilmente ad intaccare gli assolutismi. Risulta dunque interessante analizzare come i sovrani assoluti di quel periodo abbiano gestito questi cambiamenti all’interno della mentalità della classe più influente.
Tutti i sovrani a poco a poco dovettero operare una serie di riforme, seguendo i nuovi ideali e queste diedero origine al dispotismo illuminato.
Il fondamento ideale dell'assolutismo era stato il diritto divino dei re, ossia il presupposto che Dio investisse i sovrani del loro potere. La critica illuministica e le prime formulazioni scientifiche dell'economia indicarono chiaramente le linee essenziali di un programma di riforma. I filosofi e l'opinione pubblica più avveduta non credevano più al diritto divino dei re, ma accettavano un programma di riforma della società e dello stato affidato a un principe guidato dagli ideali filosofici dell'epoca e capace di operare il trapasso dal dispotismo arbitrario del sovrano, al dispotismo legale, fondato sulle norme della morale e vincolato al compito di provvedere alla "felicità dei popoli". Le innovazioni si esplicarono principalmente nel campo giuridico e della procedura penale, nell'amministrazione e nella struttura politica e abolendo privilegi e disuguaglianze nel sistema fiscale, che divenne più equo e più efficiente.



Riferimenti:

sabato 2 maggio 2020

STEP #12

Gestire nel medioevo

La società feudale
Una delle realtà più caratteristiche ed interessanti del Medioevo è il sistema feudale, che ha rappresentato la forma di governo per moltissimi anni in Europa, dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente e è stato come i sovrani hanno gestito ed organizzato il lavoro fino al XV secolo.
Si trattava di un periodo di grande povertà, in cui il bene più prezioso era la terra; il possedere dei terreni infatti determinava la posizione sociale. La piramide sociale era infatti molto semplice, con al vertice il re, alla base il servi della gleba, e al centro i feudatari. Quando Carlo Magno divenne imperatore del neonato Sacro Romano Impero d’Occidente nell’800 d.C., si circondò dei cosiddetti vassalli, a cui diede dei terreni e che rispondevano direttamente a lui, questi a loro volta si circondarono di valvassori a cui diedero dei piccoli terreni e alcuni di questi si circondarono di ulteriori fidati, detti valvassini, che ricevettero terreni ancora più piccoli. Si trattava delle uniche persone che gestivano le terre e anche il potere politico-militare. Chi non faceva parte di queste categorie era un servo della gleba, situazione non troppo dissimile dall’antica schiavitù. Questo equilibrio resse fino alla morte di Carlo Magno quando venne a mancare un forte potere centrale, i vincoli fra il sovrano e i signori (grandi e piccoli) diventano sempre più fragili, mentre si consolidano quelli diretti e personali fra i signori e gli immediati dipendenti. L’impero si frammentò irrimediabilmente e il potere dei singoli vassalli aumentò.
Fu proprio in questo periodo di decadenza e di guerre fra i piccoli e grandi feudatari, che fra il XIII e il XV secolo nacquero gli stati centralizzati, delle monarchie su base feudale costituite dai vassalli più potenti. Nacquero in Francia, Inghilterra, Spagna, Russia, mentre l’Italia e la Germania rimasero notevolmente frammentate e forte rimase il potere locale di signorie e principati.



Riferimenti: