sabato 9 maggio 2020

STEP #13

Gestire nel ‘700

La nascita del dispotismo illuminato
Fino alla fine del XVII secolo, assistiamo in Europa all’ascesa delle monarchie assolute, con l’esempio più lampante di quella francese che nel 1643 vede salire al trono all’età di appena cinque anni Luigi XIV, che sarebbe diventato il Re Sole.
Il Settecento però rappresenta il secolo della rivincita della ragione e della diffusione dell’Illuminismo, che sono andate inevitabilmente ad intaccare gli assolutismi. Risulta dunque interessante analizzare come i sovrani assoluti di quel periodo abbiano gestito questi cambiamenti all’interno della mentalità della classe più influente.
Tutti i sovrani a poco a poco dovettero operare una serie di riforme, seguendo i nuovi ideali e queste diedero origine al dispotismo illuminato.
Il fondamento ideale dell'assolutismo era stato il diritto divino dei re, ossia il presupposto che Dio investisse i sovrani del loro potere. La critica illuministica e le prime formulazioni scientifiche dell'economia indicarono chiaramente le linee essenziali di un programma di riforma. I filosofi e l'opinione pubblica più avveduta non credevano più al diritto divino dei re, ma accettavano un programma di riforma della società e dello stato affidato a un principe guidato dagli ideali filosofici dell'epoca e capace di operare il trapasso dal dispotismo arbitrario del sovrano, al dispotismo legale, fondato sulle norme della morale e vincolato al compito di provvedere alla "felicità dei popoli". Le innovazioni si esplicarono principalmente nel campo giuridico e della procedura penale, nell'amministrazione e nella struttura politica e abolendo privilegi e disuguaglianze nel sistema fiscale, che divenne più equo e più efficiente.



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