giovedì 11 giugno 2020

STEP #25

Sintesi finale

Analizzare un termine può essere un processo lungo, ma anche interessante e adesso, alla fine, traggo le conclusioni di questo percorso, ripercorrendo i punti toccati.
Trattandosi di una parola della lingua italiana potrebbe risultare superfluo, ma è stato giusto incominciare dalla definizione e subito dopo dall'etimologia e dalla traduzione nelle lingue più comuni. Una volta identificato l'aspetto più scolastico, mi sono concentrato sul visualizzare il contenuto semantico. Per questa ragione, ho riflettuto su come potesse essere rappresentato il verbo con una semplice immagine e con una storia inventata che ne racchiudessero, a mio parere, i principali significati.
Uno degli aspetti più interessanti è stato indagare la presenza del verbo all’interno della letteratura: ho trovato presenze e collegamenti fin dall’antica mitologia greca, passando per i carmi scritti da Orazio in epoca romana, per infine giungere a romanzi più recenti come quelli di Stevenson. Parallelamente a questo, ho svolto un analisi artistica, che ha riguardato forme d’arte più classiche quali la pittura, ma anche altre, frutto di innovazioni più recenti quali il cinema. E proprio le innovazioni sono state uno spunto per comprendere come l’azione che mi è stata assegnata abbia contribuito allo sviluppo tecnologico, identificando un materiale e un brevetto e poi immaginando a quale invenzione futura avrebbe potuto portare. 
Come studente di ingegneria viene facile proiettarsi al futuro e all’immaginazione di come qualcosa potrebbe essere, ma questo non sarebbe possibile senza un’analisi di come quel qualcosa sia stato. Per questo, ho eseguito un ricerca dei contributi della mia azione nella storia, cominciando dal periodo più antico, e passando per il Medioevo, il Settecento, l'Ottocento e infine il Novecento. Ho inoltre analizzato la storia di una disciplina scientifica, quale la psichiatria, e questo mi ha portato ad interessarmi alla mentalità della società e delle singole persone. Proprio a questo proposito, giungendo ai giorni nostri, ho analizzato come vengono promosse le nuove invenzioni attraverso la pubblicità e come potrei farlo io in futuro con una nuova invenzione.
In ultima analisi, ho identificato dei personaggi che potessero esprimere con le loro azioni cosa significa gestire qualcosa e mi sono trovato di fronte alla carriera di Sergio Marchionne, alla gestione della famosa crisi cubana da parte di John F. Kennedy, e infine al comportamento durante la guerra del primo ministro inglese Winston Churchill, paragonato all’approccio che abbiamo nei confronti dell’epidemia di Covid-19 che ci ha colpiti recentemente.

mercoledì 3 giugno 2020

martedì 2 giugno 2020

STEP #22

Innovazione futura

Gli impegni della gente crescono, gli appuntamenti da ricordare sono molti e gestire il tutto diventa difficile. L’invenzione che auspico avvenga nel minor tempo tempo possibile è un enorme miglioramento nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Sono stati fatti dei tentativi con Siri e Alexa, ma sono stati deludenti, spesso non capiscono e non sono ancora in grado realmente di occuparsi di alcune cose. Ho in mente qualcosa di simile all’interfaccia che vediamo nel film con Joaquin Phoenix del 2013 “Lei”. Si tratterebbe senza dubbio di un’invenzione alla quale seguirebbero problemi e dilemmi etici, ma porterebbe senza dubbio ad una rivoluzione senza precedenti.

lunedì 1 giugno 2020

STEP #21

Brevetti

I brevetti nascono per gestire le invenzioni e per evitare che qualcuno possa prendersi il merito di un’idea avuta da qualcun altro. Il primo brevetto della storia ha origini molto antiche e risale alla città di Sibari nell’antica Grecia, dove le invenzioni erano incoraggiate garantendo un anno dei profitti dovuti ad esse al loro scopritore.
I brevetti come li conosciamo oggi però possiamo farli risalire al 1852 quando in Inghilterra venne istituito il primo ufficio brevetti e nel 1883 quando a Parigi fu firmata la Convenzione di Unione di Parigi per la protezione della proprietà industriale che stabiliva i paesi che proteggevano la proprietà intellettuale e la proprietà industriale.

Un’interessante brevetto risale al 1985 e riguarda la gestione del carburante in un aeroplano e riportando le esatte parole di descrizione: “A method for the automatic control of fuel consumption in an airplane, comprises the determination and indication in real time of the specific range of the airplane as a ratio of the ground speed and the fuel flow rate.”.

Brevetto in questione


Riferimenti:

giovedì 28 maggio 2020

STEP #20

Materiale per gestire

Negli anni abbiamo imparato a gestire quasi tutto quello che avevamo di fronte e persino quasi tutte le calamità naturali. Una cosa che però ci fa ancora paura sono i terremoti, in Italia sono rari, ma quando accadono lasciano il segno. Sono però estremamente più frequenti in Giappone, dove il rischio sismico è molto più alto di quello italiano.
Lungo la loro storia hanno dovuto imparare a gestire questa realtà e questo li ha portati a essere i numeri uno a livello mondiale nella costruzione di abitazioni antisismiche. Si tratta di abitazioni la cui struttura ha una certa flessibilità che permette alla casa di ammortizzare leggermente le scosse e di non spezzarsi immediatamente. Il merito è dell’utilizzo di una combinazione di cemento armato e tubi in acciaio per la costruzione dei pilastri portanti. Questi materiali garantiscono la flessibilità necessaria che non hanno mai garantito la pietra e i mattoni.



Riferimenti:

mercoledì 27 maggio 2020

STEP #19

Disciplina scientifica

La storia della psichiatria
Tutte le civiltà, fin da quelle più antiche, si sono trovate di fronte alla follia, un concetto non sempre chiaro, ma che colpiva alcune persone che non si comportavano più in modo normale e potevano diventare un danno o un peso per la società. I problemi mentali ci sono sempre stati e lo testimonia anche il fatto che li troviamo spesso in opere letterarie, la cui più significativa è l’Orlando Furioso di Ariosto o più antica l’Aiace di Sofocle.
Inizialmente creduta opera divina, la malattia mentale venne considerata per la prima volta solo la conseguenza di specifiche circostanze della vita umana da Ippocrate nel IV secolo a.C.. Nel periodo greco venne studiata l’isteria, ma senza grossi risultati, si credeva infatti che fosse una malattia del corpo, ma il cervello non era mai nominato.
Nel Medioevo i malati mentali erano associatati a gente posseduta dal diavolo, simili alle streghe, e di conseguenze si credeva che non dovessero essere curati da specialisti, ma affidati a sacerdoti e inquisitori.
Nei secoli successi il Medioevo si operarono molti studi, ma la vera svolta arrivò solo nel Novecento con le pubblicazioni di Joseph Breuer e Sigmund Freud. Si parlò con certezza di inconscio e per la prima volta di psicoanalisi, una branca totalmente dedicata alla comprensione e alla cura dell’isteria. Evolutasi poi nella psichiatria che conosciamo oggi, la psicoanalisi ha fatto numerosi passi avanti senza però mai giungere ad una soluzione definitiva, tant’è che per molti anni ancora sono rimasti aperti i manicomi, dove venivano rinchiuse le persone considerate matte e irrecuperabili. Un modo oggi considerato barbaro di gestire queste persone, ma in uso fino alla seconda metà del ‘900. In Italia i manicomi vennero chiusi ufficialmente solo nel 1978 con la promulgazione della Legge Basaglia.



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martedì 26 maggio 2020

STEP #18

Fatto di Cronaca

Uno dei fatti di cronaca più significativi dell’ultimo secolo riguarda la crisi di Cuba dell’ottobre del 1962. Si trattava della situazione più critica venutasi a creare durante la guerra fredda fra Unione sovietica e Stati Uniti. La crisi fu tale che, riferendosi al 27 ottobre, giorno in cui raggiunse il suo picco, il ministro della difesa statunitense Robert Mc Namara commentò, “Credevo fosse l’ultimo sabato che avrei mai visto”.
Tutto iniziò quando l’URSS cominciò l’installazione di missili capaci di portare testate nucleari a Cuba e quando il 14 ottobre un aereo spia americano fotografò questi avvenimenti. Data la vicinanza di Cuba agli USA il rischio di un attacco nucleare era molto molto serio e la gestione della crisi da parte del presidente americano John F. Kennedy per nulla scontata. Per evitare che l’Unione sovietica, allora guidata da Nikita Kruscev, mandasse dei rifornimenti di armi a Cuba, invece di ordinare un’operazione militare diretta, Kennedy istituì lo storico ‘blocco’ per cui nessuna nave poteva attraccare a Cuba previa ispezione. Il mondo intero restò con il fiato sospeso per quasi quattordici giorni, ma la scelta di Kennedy risultò vincente e le navi russe, dopo essersi avvicinate pericolosamente al blocco, fecero dietrofront il 24 ottobre. La crisi risultò del tutto conclusa il 28 ottobre, dopo che anche le installazioni russe presenti sull’isola vennero del tutto smantellate.
Si trattò senza dubbio del momento più delicato e incerto della guerra fredda, ma fu anche la dimostrazione di un’eccellente capacità di gestire le crisi da parte del presidente Kennedy.



Riferimenti:

mercoledì 20 maggio 2020

STEP #17

ABC di 'gestire'

A  di  Agenda
B  di  Badge
C  di  Censimento
D  di  Dogana
E  di  Excel
F  di  Ferrovia
G  di  Gestire
H  di  Hotel
I  di  Interprete
J  di  Jet lag
K  di  Kindle
L  di  Leasing
M  di  Manager
N  di  Notifiche
O  di  Orologio
P  di  Password
Q  di  Qualità
R  di  Riciclare
S  di  Semaforo
T  di  Triage
U  di  Ufficio
V  di  Volume
W  di  Whatsapp
X  di  Xanax
Y  di  Yoga
Z  di  Ztl

venerdì 15 maggio 2020

STEP #16

Esponente del gestire

Quando si parla di gestione, le prime persone che vengono in mente sono i grandi manager, gli amministratori delegati delle maggiori aziende, coloro che hanno fatto del gestire il proprio pane quotidiano. In Italia più di tutti rappresenta questa categoria un uomo che è venuto a mancare meno di due anni fa, Sergio Marchionne.
Nato in Abruzzo nel 1952, si è poi trasferito in Canada dove ha conseguito una laurea in filosofia, una in giurisprudenza e un master in business administration. Durante la sua carriera è stato amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles N.V., FCA Italy e FCA US, di cui è stato anche presidente. È stato anche presidente di CNH Industrial N.V. e Ferrari N.V., oltre che presidente e amministratore delegato di Ferrari S.p.A.. È stato inoltre vicepresidente di Exor S.p.A. e membro permanente della Fondazione Giovanni Agnelli, presidente del CdA dell’ACEA (associazione costruttori) per l’anno 2012 e membro del CdA del Peterson Institute for International Economics, nonché co-presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti.
Il suo apporto è risultato fondamentale in tutti i suoi impieghi, ma la cosa per cui è più noto anche a livello internazionale è l’enorme rinnovamento che ha portato al gruppo FIAT. Nel 2011 è stato addirittura inserito dal periodico statunitense Time nell’annuale elenco delle 100 persone più influenti del mondo, classificandosi 51°. È morto la mattina del 25 luglio 2018, dopo esser stato in coma irreversibile quasi quattro giorni a causa di una grave malattia.



Riferimenti:

giovedì 14 maggio 2020

STEP #15

Gestire nel ‘900

Le convenzioni di Ginevra
L’invenzione delle armi è stata esponenziale, partendo dalle spade e dalle frecce, si è arrivati alle armi da fuoco e ai cannoni, ma mai come nel Novecento abbiamo assistito ad invenzioni così pericolose e così difficili da contrastare. Si è trattato di armi di distruzione di massa, di armi chimiche e armi del tutto non convenzionali. La produzione di armi è andata talmente avanti e le conseguenze sono state disastrose a tal punto, che per la prima volta nel 1864 nacque il primo trattato della Convenzione di Ginevra, sottoscritto da 12 paesi, riguardava le condizioni dei militari feriti in guerra. A questo trattato ne seguirono nel ‘900 cinque prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ma a seguito della sua conclusione i trattati si resero ancora più indispensabili e ne vennero stipulati altri. Quattro convenzioni vennero firmate nel 1949 da sessantuno stati per evitare che certi orrori della guerra venissero ripetuti e ulteriori protocolli vennero ratificati nel 1977 relativi alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali e non.
La crescente invenzione di armi ha portato alla quasi impossibilità di gestirle senza problemi e conseguenze impensabili e proprio per questa ragione, sono state firmate queste convenzioni. Sono poi state accompagnate anche dalla ‘Convenzione su certe armi convenzionali’ del 1980 e alla ‘Convenzione sulle armi chimiche’ del 1993, che impedivano del tutto l’utilizzo di alcune armi ritenute troppo nocive.



Riferimenti:

martedì 12 maggio 2020

STEP #14

Gestire nell’800

La produzione in serie e la catena di montaggio
A cavallo fra il Settecento e l’Ottocento abbiamo la prima grande rivoluzione industriale, che ha portato a grandissime scoperte e numerosi cambiamenti. Il cambiamento più grande tuttavia è arrivato quando è cominciata la produzione in serie, si trattava della produzione di molti oggetti tutti uguali che potessero essere acquistati a prezzo più basso che da un artigiano. Colui che è considerato il padre della produzione in serie è Henry Ford, colui che ha introdotto il concetto di catena di montaggio nelle sue aziende, per gestire al meglio la produzione. Ognuno dei i suoi operai doveva compiere solo piccoli lavori e sempre uguali e poi passare il prodotto al successivo che si sarebbe occupato di un altro piccolo pezzo, per giungere infine al prodotto completato. In questo modo erano sufficienti operai non specializzati e i tempi e i costi di produzione erano notevolmente abbassati.
La catena di montaggio divenne una procedura standard utilizzata in molte industrie manifatturiere intorno al Novecento, ma in realtà venne inventata per la prima volta nei primi anni dell’Ottocento dall’ingegnere francese Marc Isambard Brunel. Egli aveva lavorato in Francia e negli Stati Uniti, ma stabilitosi alla fine in Gran Bretagna, progettò per la Marina le macchine necessarie per la fabbricazione in serie dei bozzelli, macchine perlopiù per la lavorazione del legno. Il contributo fu tale che nel 1808, grazie all’utilizzo di 43 delle sue macchine, dieci operai non specializzati riuscivano a realizzare il lavoro che precedentemente facevano 110 operai specializzati. Inoltre le macchine che progettò e che furono costruite immediatamente da Henry Maudslay rimasero operative per ben 145 anni.



Riferimenti:
  • Ana Millán Gasca, "Fabbriche, sistemi, organizzazioni: Storia dell'ingegneria industriale"

sabato 9 maggio 2020

STEP #13

Gestire nel ‘700

La nascita del dispotismo illuminato
Fino alla fine del XVII secolo, assistiamo in Europa all’ascesa delle monarchie assolute, con l’esempio più lampante di quella francese che nel 1643 vede salire al trono all’età di appena cinque anni Luigi XIV, che sarebbe diventato il Re Sole.
Il Settecento però rappresenta il secolo della rivincita della ragione e della diffusione dell’Illuminismo, che sono andate inevitabilmente ad intaccare gli assolutismi. Risulta dunque interessante analizzare come i sovrani assoluti di quel periodo abbiano gestito questi cambiamenti all’interno della mentalità della classe più influente.
Tutti i sovrani a poco a poco dovettero operare una serie di riforme, seguendo i nuovi ideali e queste diedero origine al dispotismo illuminato.
Il fondamento ideale dell'assolutismo era stato il diritto divino dei re, ossia il presupposto che Dio investisse i sovrani del loro potere. La critica illuministica e le prime formulazioni scientifiche dell'economia indicarono chiaramente le linee essenziali di un programma di riforma. I filosofi e l'opinione pubblica più avveduta non credevano più al diritto divino dei re, ma accettavano un programma di riforma della società e dello stato affidato a un principe guidato dagli ideali filosofici dell'epoca e capace di operare il trapasso dal dispotismo arbitrario del sovrano, al dispotismo legale, fondato sulle norme della morale e vincolato al compito di provvedere alla "felicità dei popoli". Le innovazioni si esplicarono principalmente nel campo giuridico e della procedura penale, nell'amministrazione e nella struttura politica e abolendo privilegi e disuguaglianze nel sistema fiscale, che divenne più equo e più efficiente.



Riferimenti:

sabato 2 maggio 2020

STEP #12

Gestire nel medioevo

La società feudale
Una delle realtà più caratteristiche ed interessanti del Medioevo è il sistema feudale, che ha rappresentato la forma di governo per moltissimi anni in Europa, dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente e è stato come i sovrani hanno gestito ed organizzato il lavoro fino al XV secolo.
Si trattava di un periodo di grande povertà, in cui il bene più prezioso era la terra; il possedere dei terreni infatti determinava la posizione sociale. La piramide sociale era infatti molto semplice, con al vertice il re, alla base il servi della gleba, e al centro i feudatari. Quando Carlo Magno divenne imperatore del neonato Sacro Romano Impero d’Occidente nell’800 d.C., si circondò dei cosiddetti vassalli, a cui diede dei terreni e che rispondevano direttamente a lui, questi a loro volta si circondarono di valvassori a cui diedero dei piccoli terreni e alcuni di questi si circondarono di ulteriori fidati, detti valvassini, che ricevettero terreni ancora più piccoli. Si trattava delle uniche persone che gestivano le terre e anche il potere politico-militare. Chi non faceva parte di queste categorie era un servo della gleba, situazione non troppo dissimile dall’antica schiavitù. Questo equilibrio resse fino alla morte di Carlo Magno quando venne a mancare un forte potere centrale, i vincoli fra il sovrano e i signori (grandi e piccoli) diventano sempre più fragili, mentre si consolidano quelli diretti e personali fra i signori e gli immediati dipendenti. L’impero si frammentò irrimediabilmente e il potere dei singoli vassalli aumentò.
Fu proprio in questo periodo di decadenza e di guerre fra i piccoli e grandi feudatari, che fra il XIII e il XV secolo nacquero gli stati centralizzati, delle monarchie su base feudale costituite dai vassalli più potenti. Nacquero in Francia, Inghilterra, Spagna, Russia, mentre l’Italia e la Germania rimasero notevolmente frammentate e forte rimase il potere locale di signorie e principati.



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sabato 25 aprile 2020

STEP #11

Gestire nella pandemia COVID-19

La pandemia che ci troviamo ad affrontare ormai da qualche mese è un evento che sta provando tutti, chi da un punto di vista più fisico, chi più psicologico, ma tutti abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa e dobbiamo in qualche modo combattere questa crisi.
Ancora più che fisicamente però, questo virus occupa le nostre menti, ci preoccupa, ci fa tentare di trovare una soluzione, ci riempie momenti che altrimenti sarebbero vuoti. Affrontarlo è senz’altro positivo e anzi doveroso, ma fino a che punto possiamo impiegare le nostre forze unicamente su questa situazione tragica?
Ho trovato molto interessante e grande spunto di riflessione un articolo uscito a pagina 46 del Corriere della Sera del 25-04 di cui allego il link a fine post. Riguarda il premier inglese Winston Churchill, che è stato al vertice della Gran Bretagna per la maggior parte della Seconda Guerra Mondiale. Per lunghi anni ha avuto il pensiero della guerra fisso in testa; le sue decisioni avevano un peso incredibile, moltissime vite dipendevano da queste e moltissimi occhi le osservavano.
A Londra si può ripercorrere parte del suo operato visitando il Churchill Museum and Cabinet War Rooms, dove si riuniva il governo britannico per prendere le decisioni in materia di guerra. Su alcune pareti sono presenti enormi carte geografiche, dove venivano segnati i luoghi delle battaglie e gli spostamenti delle truppe in tempo reale. Anche nella stanza dove a volte si trovava a dormire il premier ce n’è una, ma è presente anche una tenda davanti ad essa, che all’occorrenza la può coprire. L’aveva voluta Churchill in persona, per poter avere dei momenti durante la giornata in cui liberare completamente la mente e non pensare agli orrori che stava affrontando e alle preoccupazioni che aveva. L’aveva voluta, per potersi riservare qualche piccolo spazio per sé, per desideri anche semplici e progetti magari futili. Questo, a suo parere, era l’unico modo per vincere la guerra, non bastava sopravvivere, bisognava continuare a vivere.
Le scelte politiche, le armate e le battaglie sono essenziali alla vittoria, ma il nemico può insinuarsi nella mente e causare ansia e ossessione, e anche queste cose devono essere combattute. Forse, in questo momento di grande difficoltà, possiamo imparare molto da un uomo che ha dato tutto sé stesso per la causa, ma non ha dimenticato di vivere qualche momento per rilassarsi e per ricordarsi perché quello che stava facendo era così importante. Forse, possiamo imparare che ogni questione, per quanto grande, non può e non deve ossessionarci, ma solo impegnare le nostre forze nei limiti del possibile: ogni questione bisogna imparare a gestirla.



Riferimenti:

sabato 18 aprile 2020

STEP #10

Gestire nel cinema

Durante vita adolescenziale, i ragazzi si trovano a dover gestire molte cose e prima fra queste i propri cambiamenti, nel corpo, nelle abitudini, nelle priorità, negli interessi. Questi cambiamenti portano sempre all’età adulta e dunque dovrebbero essere vissuti con gioia, ma talvolta sono troppo repentini o di entità troppo grande e possono diventare un peso e creare grossi problemi.
Chi di cambiamenti ne ha sicuramente visti molti e molto velocemente è il personaggio interpretato da Tobey Maguire per la prima nel 2002, Peter Parker, Spider-Man. Si tratta di uno degli eroi più interessanti mai apparsi sul grande schermo, perché non si tratta di un semplice supereroe, ma di un ragazzo tormentato in piena adolescenza che si trova improvvisamente a dover gestire un potere più grande di lui. Lungo tutta la sua trilogia infatti, al di là delle scene plateali di battaglie, assistiamo e condividiamo tutti i suoi dissidi interiori e infine una crescita psicologica del nostro personaggio, in maniera simile ad un bildungsroman tedesco di J.W. Goethe.
Questa crescita si deve spesso anche all’aiuto di altre figure, sui familiari o amici, che cercano di aiutarlo come possono. Qui riporto una delle scene maestre del primo film di Spider-Man, in cui Ben, suo zio, cerca di parlare a Peter dei cambiamenti che sta vivendo e come secondo lui può imparare a gestirli. Celebra è diventata la sua frase “Ricorda sempre: da un grande potere derivano grandi responsabilità”.


martedì 14 aprile 2020

STEP #09

Gestire il colore e il clima su una tela

Nell’arte figurativa su tela della nostra intera storia, è sempre stata data molta importanza al colore, ma senza dubbio questo è stato l’elemento centrale per il filone impressionistico, sviluppatosi nella seconda metà dell’Ottocento. Era talmente importante da mettere in secondo piano il disegno del soggetto in questione, che divenne sempre più spesso un paesaggio naturale e scomparve quasi del tutto l’essere umano.
Non contava tanto dunque cosa veniva dipinto, ma come. Per questa ragione i pittori davano grande importanza all’effetto del clima e cercavano di dipingere la tela nel minor tempo possibile per catturare quello specifico scorcio, in quella specifica luce: si trattava della cosiddetta pittura ‘en plein air’. Gli impressionisti dovevano dunque essere in grado di gestire e prevedere possibili mutazioni meteorologiche che avrebbero modificato la loro opera.
Le cattedrali di Rouen di Claude Monet sono senz’altro le opere più rappresentative di questo periodo e del tentativo di gestire e rappresentare i cambiamenti di luce su un soggetto in relazione all’ora, al tempo, alla stagione, alla tensione atmosferica. Si tratta di una serie di 28 dipinti raffiguranti sempre la stessa cattedrale in questi diversi momenti. Questi dipinti sono stati realizzati fra il 1892 e il 1894 e si trovano oggi in diversi musei del mondo.
Seguono alcune foto dei dipinti più conosciuti della serie.

La Cattedrale di Rouen, primo sole
1893
Museo d'Orsay, Parigi
La Cattedrale di Rouen, a mezzogiorno
1894
Museo Puškin, Mosca
La Cattedrale di Rouen, al sole tramontante
1894
Museo Puškin, Mosca



Riferimenti:

venerdì 10 aprile 2020

STEP #08

Gestire nella storia della tecnologia nel periodo antico

I manager dell’impero romano
La tecnologia e l’innovazione sono sempre più considerate una peculiarità dei giorni nostri e si pensa che non avessero alcun interesse per le popolazioni antiche. Ancor meno viene considerata la possibile esistenza di vere e proprie imprese o aziende da gestire. Effettivamente risulta notorio che la presenza degli schiavi e dunque di una grande manodopera a bassissimo costo, fosse di grande aiuto alla costruzione di molte opere, ma di certo non rendeva inutile il ricorso a soluzioni tecnologiche e la necessità di organizzare e gestire al meglio il lavoro e le risorse. Sia i Greci sia i Romani infatti impiegavano nei loro lavori un gran numero di tecnologie e applicavano forme di management per un corretta ed efficace gestione delle imprese in senso generale.
Purtroppo le fonti scritte che ci raccontano questa realtà sono molto poche e lacunose. Nell’antica Grecia inoltre si preferiva la speculazione filosofica o matematica pura, a trattati di natura pratica. L’approccio era molto differente a Roma, dove l’interesse per le questioni gestionali, tecniche, meccaniche ed ingegneristiche era molto più vivo. 
È proprio da trattati di epoca romana che noi scopriamo i tratti del buon manager dell’antichità. La gestione delle risorse, della produzione, dei lavoratori era uno dei principali e l’attenzione all’uso più efficiente possibile delle macchine era altissima. Non a caso esistevano persino delle figure specifiche che si occupavano di unità produttive, gli institores, che rispondevano unicamente ai proprietari, i domini. Purtroppo non rimane alcun nome a rappresentanza di questa categoria, che non era senz’altro considerata nei grandi scritti di quel periodo. In seguito all’espansione dell’impero romano, inoltre, si è resa importante la presenza di una figura che gestisse il traffico e la vendita delle merci di un’impresa nei vari angoli del mondo conosciuto.
In conclusione, la gestione delle imprese e delle tecnologie adoperate, per quanto poco citata nella letteratura antica, aveva un’importanza elevatissima e forse Roma è riuscita a raggiungere la sua nota grandezza anche grazie a quegli uomini che avevano specifiche competenze tecniche e gestionali necessarie alla progettazione, funzionamento, gestione e manutenzione delle macchine utilizzate.



Riferimenti:

lunedì 6 aprile 2020

STEP #07

Gestire in un opera poetica

Un individuo può dover gestire molte cose, ma tutti devono gestire il tempo.
La gestione del tempo è forse la più importante e impegnativa, perché strettamente collegata al modo in cui decidiamo di vivere. Ovvero, come decidiamo di passare la nostra vita in relazione alla sua caducità e al tempo che ci viene messo a disposizione?
Questo tema era molto caro alla filosofia antica e sono innumerevoli gli scritti in cui compare. Hanno provato a dare una risposta i filosofi epicurei, ha provato Seneca nel trattato De Brevitate Vitae, ha provato Orazio nell’undicesimo carme del libro 1 delle Odi.

Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias: vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Tu non chiedere (non è dato saperlo) quale fine a me, quale a te
gli dei abbiano assegnato, Leuconoe, e non consultare
la cabala babilonese. Quanto è meglio, qualunque cosa sarà, accettarla!
Sia che Giove abbia assegnato più inverni, sia che abbia assegnato come ultimo
questo che ora stanca il mar Tirreno opponendogli gli scogli,
sii saggia: filtra il vino e poiché lo spazio è breve
taglia la lunga speranza. Mentre parliamo, il tempo invidioso sarà fuggito:
cogli la tua giornata, fiduciosa il meno possibile nel domani.

In questo carme Orazio esprime con chiarezza estrema come secondo lui si dovrebbe gestire il tempo e afferma con forza la filosofia del carpe diem. Bisogna vivere ogni giorno, senza riporre alcuna speranza nel domani, perché l’unica cosa di cui siamo certi è l’oggi.



Riferimenti:

sabato 4 aprile 2020

STEP #06

Gestire nella letteratura narrativa

Leggendo il libro di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, è inevitabile interrogarsi sulla natura umana. Lo scrittore ritiene che la natura di ogni uomo sia doppia e sia distinta fra buona e malvagia. Nel suo romanzo questi due lati della stessa moneta sono rappresentati dal Dr. Jekyll e dalla sua figura crudele, Mr. Hyde. Tutta la storia è incentrata sugli avvenimenti del protagonista e sulla sua capacità e incapacità di gestire il suo lato malvagio. Si tratta non della gestione di un’altra persona, ma di sé stesso. L’oscillazione fra bontà e malvagità che subisce il protagonista infatti è quella che caratterizza ognuno di noi secondo Stevenson, e la nostra vita è proprio il risultato della gestione di queste due nature in costante contrasto, ma sempre presenti. Nel suo romanzo tuttavia lo scrittore non dà la possibilità al Dr. Jekyll di controllare il suo lato malvagio, e nel finale egli è costretto a suicidarsi per evitare che Mr. Hyde prevalga su di lui, non riuscendo più a gestirlo.



Riferimenti:
  • Robert Louis Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde"

mercoledì 1 aprile 2020

STEP #05

Gestire in un messaggio pubblicitario

Nella vita ci si può trovare a gestire innumerevoli cose, ma in un mondo che corre come quello moderno diventa fondamentale gestire gli impegni. 
In modo anche un po’ scherzoso la Apple cerca di vendere un’interfaccia elettronica che fra le altre cose, è anche in grado di gestire le attività dell’utente. Queste ormai sono talmente numerose da non poter più essere gestite da una persona, ma necessitano di Siri.

sabato 28 marzo 2020

STEP #04

Gestire nella mitologia

Nella mitologia antica, primeggia senza dubbio quella greca. Le figure mitologiche narrate da Omero sono diventate leggendarie e sono comparse spesso anche all’interno di opere di epoca successiva. Gli eroi omerici sono stati per molti anni spunto di riflessione, in quanto erano profondamente differenti da come li immaginiamo. Erano spinti unicamente dalle passioni e non erano lontanamente in grado di gestirle. Ogni loro scelta e azione non era ragionata, al contrario era presa d’istinto e unicamente in relazione ai sentimenti provati in quel preciso momento.
Questa filosofia è evidente in tutto il poema dell’Iliade in cui l’intero filone narrativo è condotto dalle passioni dei singoli eroi piuttosto che dalle necessità della guerra che si sta combattendo. Ne è una prova persino il proemio che è improntato, come noto, sull’ira di Achille.

Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληιάδεω Ἀχιλῆως
οὐλομένην, ἥ μυρί˙ Ἀχαιοῖς ἄλγε' ἔθηκε,
πολλὰς δ'ἰφθίμους ψυχὰς Ἄιδι προίαψεν
ἡρωων, αὐτοὺς δὲ ἐλώρια τεῦχε κύνεσσιν
οἰωνοῖσί τε πᾶσι, Διὸς δ'ἐτελείετο βουλή,
ἐξ οὗ δὴ τὰ πρῶτα διαστήτην ἐρίσαντε
Ἀτρείδης τε ἄναξ ἀνδρῶν καὶ δῖος Ἀχιλλεύς.

Canta, o dea, del Pelide Achille l'ira
rovinosa, che infiniti dolori causò agli Achei,
e gettò all'Ade molte forti vite
di eroi, e loro rese prede per i cani
e per gli uccelli tutti, e di Zeus si compiva il volere,
da quando appunto all'inizio si divisero litigando
l'Atride principe di uomini e lo splendido Achille.

Molti dei problemi e dei decessi che stanno affliggendo gli Achei non sono dovuti a errori militari, ma unicamente alle passioni dell’eroe più importante dell’esercito greco. L’ira, μῆνις, è addirittura il primo termine dell’intero poema, ad indicare che si tratta della tematica principale.
Lo stesso ritorno sul campo di battaglia di Achille nel libro XIX non è determinato da un reale riappacificamento con Agamennone o ad una scelta razionale. Il Pelide decide si tornare a combattere solo perché il desiderio di vendetta per la morte di Patroclo supera quello di collera per Agamennone.
Possiamo cominciare a parlare di gestione delle passioni, durante l’età classica, quando per la prima volta si parla di razionalità, ragione e λόγος. In questo nuovo mondo gli eroi omerici sono ancora rappresentati nelle tragedie, ma come esempio di una realtà superata e da cui trarre insegnamento. Le passioni sono centrali per esempio nell’Aiace di Sofocle, in cui il protagonista dopo aver scoperto che non avrebbe ottenuto le armi di Achille, destinate ad Ulisse, compie azioni terribili dettate dalla rabbia e della vergogna che provava. Un’altra volta azioni non soppesate e mai ragionate, ma unicamente frutto di istinto e mancata gestione delle passioni.



Riferimenti:
  • Omero, "Iliade"
  • Sofocle, "Aiace"

lunedì 23 marzo 2020

STEP #02

Breve storia fantasiosa sull'origine del termine

Molti anni fa, nacque un bambino formidabile. Il suo nome era Gigi e quando raggiunse l’età di tre anni, i genitori scoprirono in lui un enorme talento nello sci alpino. Dal momento che il ragazzino sembrava divertirsi molto a praticare questo sport, già due anni dopo venne iscritto in uno sci-club, in modo che potesse esprimere al meglio il suo talento e migliorare la sua tecnica.
Gigi migliorava a vista d’occhio, e non passò molto che il suo allenatore decise di farlo partecipare alla sua prima gara. Purtroppo questa non andò per niente bene e il bambino si classificò addirittura ultimo. Tuttavia la sua bravura durante gli allenamenti era incredibile e così lo fecero partecipare a molte altre gare, ma in nessuna di queste raggiunse i risultati che sperava di ottenere; occupò al contrario, sempre le ultime posizioni. Erano tutti molto dispiaciuti, ma il più triste era proprio Gigi che affermava di non riuscire neanche a divertirsi il giorno delle gare. 
Durante tutta la stagione non ci furono miglioramenti e i suoi genitori pensarono di aver commesso un errore a fargli praticare uno sport a livello agonistico. Credevano che Gigi avesse troppa ansia e sentisse troppo la pressione ogni volta che affrontava una competizione. Sembrava che non potesse esserci alcuna soluzione, ma l’allenatore non era d’accordo. A parer suo, l’ansia e la pressione non erano fattori decisivi, si poteva imparare a gestirli. E lungo tutto l’anno successivo, egli insegnò a Gigi proprio questo, la gestione dei suoi sentimenti e delle sue paure. 
A fine stagione vinse la sua prima gara.

domenica 22 marzo 2020

STEP #01 bis

Traduzione nelle principali lingue
  • Inglese: manage, handle, run;
  • Francese: gérer;
  • Spagnolo: gestionar;
  • Portoghese: gerir;
  • Tedesco: verwalten;
  • Greco antico: διοικέω, χειρονομέω;

Nel tradurre il verbo gestire, notiamo che la derivazione dal verbo latino gero, -is, gessi, gestum, -ere, <gestire, amministrare >, si fa sentire naturalmente in tutte le lingue neolatine. Questo è molto evidente nella traduzione in francese e in portoghese, mentre lo spagnolo, come era avvenuto per l’italiano, ha predetto il termine gestio, -onis, con analogo significato.
Nel caso dell’inglese, il verbo che più corrisponde al significato di gestire è manage, che deriva direttamente dal latino manus, -us, in quanto nel XV secolo, appena coniato, significava maneggiare, controllare un cavallo. Ha assunto più avanti il suo significato corrente. Handle e run sono due valide alternativa di traduzione, in particolare la seconda è molto usata nella lingua di tutti i giorni.
Nel tedesco corrente la traduzione più opportuna è verwalten. Precedentemente, era utilizzato anche il termine walten, che però ha una connotazione più dura e significa prevalere.
Non vi è alcuna derivazione invece dal greco antico, dove veniva usato il termine διοικέω con il significato di governare, amministrare, da cui διοίκησις, diocesi. Per esprimere il nostro gesticolare invece si usava il verbo χειρονομέω, da χείρ, mano.



Riferimenti:

venerdì 20 marzo 2020

STEP #01

Definizione ed etimologia

/ge-stì-re/

v.intr.
  • Letteralmente significa fare gesti con le mani o con le braccia, soprattutto per accompagnare un discorso.

v.tr.
  • Da un punto di vista strettamente economico, significa amministrare. [qlc che g. beni, affari, servizi, ecc.]
  • In maniera più ampia può significare condurre, controllare, dirigere, governare, guidare, pilotare, sovrintendere. [provvedere alla direzione logistica di qlc: g. Una situazione]

v.rifl.
  • Quando riferito al soggetto, significa amministrarsi, fare da solo, organizzarsi. [è uno che sa g.]


Quando usato in maniera intransitiva, il verbo deriva dal latino gestus, -us che si traduce appunto con gesto, movimento gesticolazione. Negli altri casi, legato al termine ‘gestione’, possiamo farlo derivare dal vocabolo gestio, -onis, derivato di gero, -is, gessi, gestum, -ere che significa gestire, amministrare.



Riferimenti: