sabato 2 maggio 2020

STEP #12

Gestire nel medioevo

La società feudale
Una delle realtà più caratteristiche ed interessanti del Medioevo è il sistema feudale, che ha rappresentato la forma di governo per moltissimi anni in Europa, dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente e è stato come i sovrani hanno gestito ed organizzato il lavoro fino al XV secolo.
Si trattava di un periodo di grande povertà, in cui il bene più prezioso era la terra; il possedere dei terreni infatti determinava la posizione sociale. La piramide sociale era infatti molto semplice, con al vertice il re, alla base il servi della gleba, e al centro i feudatari. Quando Carlo Magno divenne imperatore del neonato Sacro Romano Impero d’Occidente nell’800 d.C., si circondò dei cosiddetti vassalli, a cui diede dei terreni e che rispondevano direttamente a lui, questi a loro volta si circondarono di valvassori a cui diedero dei piccoli terreni e alcuni di questi si circondarono di ulteriori fidati, detti valvassini, che ricevettero terreni ancora più piccoli. Si trattava delle uniche persone che gestivano le terre e anche il potere politico-militare. Chi non faceva parte di queste categorie era un servo della gleba, situazione non troppo dissimile dall’antica schiavitù. Questo equilibrio resse fino alla morte di Carlo Magno quando venne a mancare un forte potere centrale, i vincoli fra il sovrano e i signori (grandi e piccoli) diventano sempre più fragili, mentre si consolidano quelli diretti e personali fra i signori e gli immediati dipendenti. L’impero si frammentò irrimediabilmente e il potere dei singoli vassalli aumentò.
Fu proprio in questo periodo di decadenza e di guerre fra i piccoli e grandi feudatari, che fra il XIII e il XV secolo nacquero gli stati centralizzati, delle monarchie su base feudale costituite dai vassalli più potenti. Nacquero in Francia, Inghilterra, Spagna, Russia, mentre l’Italia e la Germania rimasero notevolmente frammentate e forte rimase il potere locale di signorie e principati.



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